Sezione Separata d’Archivio

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Il Comune di Sala, dal 1806 al 1860, è stato capoluogo del Distretto omonimo del Regno delle Due Sicilie; dal 1861 al 1927, durante il Regno d’Italia, è stato capoluogo del Circondario di Sala Consilina, uno dei circondari storici italiani, soppressi nel 1927.
Aveva una superficie di 1077 km² e comprendeva 27 comuni raggruppati in 7 mandamenti. In base al censimento del 31 dicembre 1896, il Circondario di Sala Consilina aveva una popolazione che contava 88.646 anime. Fu costituito insieme con la provincia di Salerno, di cui ne era parte, dopo l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia. I circondari erano stati istituiti come enti amministrativi subordinati alle provincie con la Legge Rattazzi (Regio Decreto n. 3702 del 23.10.1859). Con la soppressione dell’ente, tutti i comuni rimasero nella provincia di Salerno.
In Italia, dal 1926 al 1945, durante l’epoca fascista, con la promulgazione di due leggi, ovvero della Legge 4 febbraio 1926, n.237 (Istituzione del Podestà e della Consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti) e del Regio Decreto 3 settembre 1926, n.1910 (Estensione dell’ordinamento podestarile a tutti i comuni del regno), gli organi elettivi dei comuni furono soppressi e tutte le funzioni svolte in precedenza dal Sindaco, dalla Giunta comunale e dal Consiglio comunale furono trasferite al Podestà nominato dal Governo tramite Regio Decreto. Il Podestà d’epoca fascista rimaneva in carica cinque anni con possibilità di rimozione da parte del Prefetto oppure di riconferma oltre i cinque anni canonici. La legislazione in materia di amministrazione locale venne poi più tardi codificata nel R.D. 3 marzo 1934, n. 383, Testo unico della legge comunale e provinciale.
Al Podestà, coadiuvato da un vice podestà e da una consulta, vennero assegnate, in un processo di progressivo accentramento del potere, le attribuzioni prima spettanti al Consiglio e alla Giunta: amministrava il Comune ed era ufficiale del Governo. Egli deliberava, assistito dal Segretario comunale, prevalentemente in merito ai seguenti argomenti (art. 53 del T.U. 1934):
– all’ordinamento degli uffici e dei servizi;
– al trattamento economico ed allo stato giuridico degli impiegati e salariati, degli addetti al servizio sanitario e veterinario, dei cappellani, degli esattori e dei tesorieri;
– agli acquisti, all’accettazione ed al rifiuto di lasciti e doni, salva l’autorizzazione del prefetto ai sensi di legge;
– alle transazioni, alle alienazioni ed ai contratti in genere;
– alle azioni da promuovere e da sostenere in giudizio;
– ai regolamenti di uso dei beni comunali, d’igiene, edilità e polizia locale, attribuiti dalla legge ai comuni, nonché a quelli concernenti le istituzioni che appartengono al comune;
– alla destinazione dei beni e delle attività patrimoniali dei cimiteri;
– alla costruzione, al traslocamento e alla soppressione dei cimiteri;
– al concorso del comune all’esecuzione di opere pubbliche ed alle spese per esse obbligatorie a termini di legge;
– ai tributi comunali ed ai regolamenti che possono occorrere per la loro applicazione;
– alle istituzioni ed ai cambiamenti delle fiere e dei mercati;
– ed in genere su tutti gli affari che sono propri del comune.
Dopo la caduta del fascismo, l’amministrazione dei Comuni e delle Provincie, in attesa di poter tornare al sistema elettivo, venne disciplinata dal R.D.L. 4 aprile 1944, n. 111. Con questo D.L. fu abolito l’ordinamento podestarile e assegnate le funzioni di amministrazione comunali al Sindaco e alla Giunta nominati dal Prefetto; quest’ultimo organo di governo locale esercitava anche le competenze spettanti al Consiglio. Successivamente, con il Decreto Legislativo Luogotenenziale 7 gennaio 1946 n.1, che era stato preceduto dalle disposizioni del Decreto Legislativo Luogotenenziale 28 settembre 1944 n.247 riguardanti la formazione delle liste elettorali e dal D.L. 1 febbraio 1945 n.23 estensivo del diritto di voto alle donne, vennero dettate le norme per la ricostituzione delle Amministrazioni comunali su base elettiva, come dettato dal testo prefascista in materia, il T.U. del 1915.
A Sala Consilina il Podestà Cappelli Antonio rimase in carica fino al 30 ottobre 1943; gli successe per un trimestre il Commissario Prefettizio Francesco Castrataro. Fu poi la volta di Giuseppe Fina: dal mese di febbraio del 1944 assunse la carica di Sindaco, fu confermato nel ruolo a seguito delle elezioni amministrative del 6 ottobre 1946 ed espletò quelle funzioni fino al 23 febbraio 1947, giorno in cui gli successe Virgilio Santorufo.

Il nucleo principale della Sezione Separata d’Archivio è formato prevalentemente dagli atti amministrativi storici del Comune, che vanno dal 1846 al 1996: essi formano le Serie delle Deliberazioni (del Decurionato, del Consiglio, della Giunta e del Podestà).

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Indice Deliberazioni del Decurionato. 1846-1865

 

Indice Deliberazioni del Consiglio. 1866-1905

 

Indice Deliberazioni del Consiglio. 1906-1915

 

Indice Deliberazioni del Consiglio e del Commissario Prefettizio. 1916-1925

 

Indice Deliberazioni del Commissario Prefettizio e del Podestà. 1926-1935

 

Indice Deliberazioni del Commissario Prefettizio, del Podestà, del Sindaco, e del Consiglio. 1936-1950

 

Indice Deliberazioni Giunta. 1861-1900

 

Indice Deliberazioni Giunta. 1901-1910

 

Indice Deliberazioni Giunta. 1911-1917

 

Indice Deliberazioni Giunta e Commissario Prefettizio. 1922-1927

 

Indice Deliberazioni Sindaco e Giunta. 1944-1950

 

Nota archivistica Indici delle Deliberazioni. 1846-1905

 

Nota archivistica Indici delle Deliberazioni. 1901-1950