Istituita nel 1979, con delibera di Consiglio Comunale n. 58 del 3 maggio 1979, da allora ha erogato ininterrottamente il servizio al pubblico. Con gli oltre 25.000 volumi ed un ricco fondo antico, archivistico e bibliografico, è oggi annoverata fra i più rilevanti istituti culturali della Provincia di Salerno.
Nel 2002 è stata fra le prime biblioteche ad aderire attivamente al progetto Bibliorete della Provincia di Salerno e dal 2014 è compresa nel POLO SBN CAMPANIA, avendo riversato i propri cataloghi nell’OPAC Campania, consultabili on-line.
La Biblioteca conta un fondo librario di notevole interesse, in particolare per quanto attiene la storia locale e del Mezzogiorno in genere, e una ricca produzione editoriale, sviluppatasi nel tempo.
Attenta alle esigenze dell’utenza, garantisce sistematicamente servizi di sostegno alle attività di studio e ricerca, tra cui il prestito interbibliotecario e l’erogazione quotidiana di informazioni bibliografiche. In aggiunta a queste attività offre adeguato tutoraggio agli studenti impegnati in attività di approfondimento e per la redazione di tesi di laurea, collabora con le Università campane e lucane, ed è in prima linea nell’organizzazione e realizzazione di progetti di animazione bibliotecaria, per la promozione di servizi diretti all’utenza e di valorizzazione del patrimonio bibliotecario e documentario di pregio, in linea con la programmazione regionale.
All’interno dei locali della Biblioteca è conservato il pregevole fondo archivistico-librario donato dalla famiglia Vairo-Pappafico nel 1995. Nel febbraio 2004 la Soprintendenza Archivistica per la Campania dichiarò il fondo “di notevole interesse storico e pertanto sottoposto alla disciplina del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490”. L’intero patrimonio si contraddistingue per la ricchezza di volumi dei secoli XVI, XVII e XVIII di cui si compone (circa 1.100 volumi), per le 125 pergamene, che vanno dal XIII al XVIII secolo, e per la nutrita mole di documenti di famiglia, regolarmente inventariati (5/6 metri lineari circa, corrispondenti a 46 faldoni).
In particolare il fondo archivistico costituisce un patrimonio di informazioni di carattere socio-economico di prim’ordine, ancora per buona parte inesplorato e il cui studio si rivela imprescindibile per la ricostruzione della vita materiale, politica e religiosa a Sala, nel Vallo di Diano e nell’intera Campania, a partire dal XVIII secolo.
Alla formazione del patrimonio librario vi concorrono l’ente comunale, le istituzioni pubbliche con sporadici finanziamenti, numerosi cittadini ed organizzazioni culturali private con frequenti donazioni.