Pietanze Rituali

Page breadcrumbsEnd of page breadcrumbs

Bbaccalà a nźalàta

Insalata di baccalà.

Occasione: Non doveva mancare sulla tavola nel cenone della vigilia di Natale. 

Canistriéddi o nòcchi

Frappe di varie forme.

Occasione: Canestriéddi e nòcchi si preparavano per festeggiare la trebbiatura e la macellazione domestica del maiale. I «canestrelli» erano lunghe strisce di pasta intrecciate a guisa di cestino; le «nocche» erano invece ricavate da strisce della medesima larghezza, ma lunghe circa 5 cm, i cui lembi venivano uniti al centro a farfalla. 

Cavàti fritti

Gnocchi di pasta lievitata, incavati sul fondo d’un canestro per ottenere una superficie decorata a rilievo, fritti e, nei casi migliori, cosparsi di zucchero.

Occasione: Erano il «dolce» più tipico di Sala, preparato nelle importanti occasioni private e per tutte le ricorrenze religiose. 

Cuccía

Cereali e legumi bolliti.

Occasione: A Sala si faceva il primo maggio ed era usanza distribuirne al vicinato. Era credenza diffusa che mangiarne avrebbe evitato di èss’arrutàtu ra li muschíddi, cioè di essere infastiditi dai moscerini o altri insetti durante i lavori di raccolta in campagna. 

Piparuóli mbuttíti

Peperoni ripieni.

Occasione: A Sala era il piatto tipico della fiera di San Michele, il 28 settembre. 

Pizza chjina

Torta ripiena

Occasione: Li ppizzi chjini si facevano qualche giorno prima di Pasqua. Per le vie l’addúri jía ppi l’àrïu (il profumo si spandeva per l’aria) in contrasto con l’atmosfera triste della Passione, rendendo più intensa l’attesa della Resurrezione; non si potevano infatti toccare durante il digiuno penitenziale, che finiva quando sparàva la ghlòria, cioè quando suonavano a distesa le campane a mezzogiorno del Sabato santo. 

Ruóspi

Frittelle di pasta lievitata, molto morbida e farcita con pezzetti di acciughe salate, fritte in abbondante olio o strutto, cosicché si gonfiavano e assumevano forme bizzarre, da cui derivavano il nome.

Occasione: Erano una delle preparazioni d’obbligo del cenone natalizio. 

Scibbi o scibbi vuddúti

Zeppole di farina impastata in acqua bollente, fritte e condite con miele o zucchero.

Occasione: Si approntavano per il tempo di Natale.