2° Percorso

Page breadcrumbsEnd of page breadcrumbs

Piazza Umberto primo – Fontana dei tre canali – Via Guerrazzi San Biagio – Corso Diego Gatta (in mezzo la Terra) – Piazzetta De Vita – Largo Ugo Bassi – Via Vairo – Via Pagano – Via Battisti – Corso Vittorio Emanuele

 

Piazza Umberto primo

Il Palazzo municipale – costruito nella seconda metà dell’Ottocento, variamente modificato nel secolo successivo e infine ristrutturato a séguito del terremoto del 23 novembre 1980 – non presenta una particolare rilevanza architettonica. Nel prospetto dell’edificio, sormontato dalla torre dell’orologio, si notano lo stemma comunale e tre iscrizioni. Nello scudo, posto sul balcone del primo piano, è raffigurata una cortina muraria con tre torri merlate e finestrate, sulla centrale delle quali è appoggiata una scala. Nell’araldica dei Comuni italiani il castello a tre torri è solitamente un attributo di città, significando l’autonomia di governo, la forza e l’orgoglio della comunità locale. Quattro lapidi si vedono invece ai lati del portone: la prima, apposta nel 1887 dalla locale Società Operaia «Torquato Tasso», ricorda la tragica battaglia di Dogali in Eritrea, nella quale perì il concittadino Nicola Aumenta; la seconda, del 1900, è in memoria del re Umberto I, a cui fu intitolata la piazza dopo l’assassinio; la terza, del 1910, commemora l’unità nazionale, menzionando tre patrioti del Vallo di Diano, i garibaldini Vincenzo Padula, Giuseppe Maria Pessolani e Antonio Santelmo; l’ultima, collocata da qualche anno, ricorda Giovanni Crisostomo Martino (John Martin), nato a Sala agli inizi degli anni cinquanta del XIX secolo, unico superstite della battaglia di Little Big Horn che vide la sconfitta del generale George Armstrong Custer per mano del lakota oglala Cavallo Pazzo, Tashunka Uitko. Poco discosti, alla sinistra del Municipio sono il Monumento ai Caduti per la Patria, opera del perugino Torquato Tamagnini, e, di fronte, l’artistica fontana pubblica, detta dei Tre canali, un tempo sita all’inizio di via Mazzini, all’angolo con salita Grammatico, di là poi trasferita nel 1968 dall’Amministrazione comunale del tempo. Una lapide riassume la storia della fontana e del suo restauro, compiuto nel 1825, «regnante Francesco I, Re delle Due Sicilie», a cura del Sottoprefetto Giovanni Cafaro. Accanto alla fontana, sul medesimo muro, sono due lapidi apposte nel 1993 e nel 2004 dall’Amministrazione comunale in onore degli illustri giuristi salesi Domenico Alfeno Vario e Diego Gatta in ricorrenza del bicentenario della loro morte. La scalinata posta tra la fontana e il Monumento ai Caduti conduce in via Guerrazzi, dove si incontra l’edificio delle Scuole Elementari, la sede storica del Regio Ginnasio, costruito sul posto un tempo occupato dalla cappella di San Biagio, antico patrono di Sala nel XVII secolo fino agli inizi del XVIII.

Corso Diego Gatta

La strada prende il nome dal sacerdote e giureconsulto cittadino, nato a Sala il 1729 e morto a Eboli il 1804, autore d’importanti opere giuridiche pubblicate nella Napoli delle riforme borboniche, promosse e sostenute dal ministro Bernardo Tanucci; lungo il percorso era l’antica casa del giurista, che la tradizione locale indica nell’attuale proprietà Lobosco al numero 57. Nei secoli passati – ma l’uso è tuttora vivo tra la gente del posto – l’attuale corso Gatta era conosciuto col toponimo in mezzo alla Terra, mmiénźu la Tèrra; esso indicava il centro dell’antico paese. Il termine Terra è un’eredità medievale e lo si trova in genere riferito ad insediamenti urbani che acquisirono un rilievo soprattutto in età normanna. Il corso Gatta presenta, lungo i lati della stretta via, alcune costruzioni d’interesse: si tratta di edifici sette e ottocenteschi, appartenuti un tempo a famiglie della borghesia cittadina, oggi purtroppo in uno stato di conservazione e di manutenzione non idoneo. 

Piazzetta De Vita

Va qui avvertita la presenza del palazzo omonimo, un’antica costruzione signorile, purtroppo fortemente trasformata da interventi moderni; sul portale d’ingresso, a tutto sesto di pietra locale, è lo stemma della famiglia che ne fu titolare.

Largo Ugo Bassi

Vi si perviene, dopo aver lasciato la settecentesca chiesa di Sant’Eustachio. Dalla piazzetta antistante si scende lungo la ripida e stretta via Vairo. Qui s’incontra l’antica abitazione del giurista, il Palazzo Vairo-Pappafico, imponente e articolata struttura edilizia, nel cui giardino si trova anche un artistico pozzo del XVIII secolo, realizzato in pietra locale. 

Via Mario Pagano

È da annoverare la cappella di Santa Maria della Pietà, meglio nota come Madonna del Monte, che nei secoli scorsi fu sede d’una confraternita, della quale rimane traccia in alcune iscrizioni tombali e votive qui custodite. All’interno è un settecentesco organo a canne collocato sopra una tribuna lignea, uno dei due antichi strumenti ancora presenti nelle chiese di Sala. Proseguendo a ritroso per via Cesare Battisti e corso Vittorio Emanuele l’occhio è attratto dalla presenza di varie costruzioni ottocentesche d’un certo interesse. Si raggiunge infine la Piazza, all’inizio della quale è collocata su di un angolo dell’ex albergo Iannicelli un’iscrizione che manifesta i sentimenti massonici di un gruppo di salesi appartenenti alla locale Società Operaia di Mutuo Soccorso «Torquato Tasso», la quale nel 1894 ne dedicava a Giordano Bruno il dettato da Giovanni Bovio.