Fondazione: Prima metà del secolo XIV
Rifacimenti: Secoli XVIII e XIX
Note catastali: Foglio 46. allegato B, part. I
La Chiesa parrocchiale della SS. Annunziata presenta un’unica navata centrale a sviluppo longitudinale tra l’aula e il presbiterio. Dal vano absidale si accede ai locali adibiti a sagrestia ed al campanile, mentre per due lati è completamente addossata a fabbricati privati del centro storico. Costruita quasi sicuramente nella prima metà del 1300 dall’Università di Sala, ha subìto vari rifacimenti nel corso del 1700 e del 1800. Fino a qualche tempo fa conservava elementi originali del primitivo impianto costruttivo, poi, negli anni cinquanta, per effetto di inadeguati ammodernamenti, la facciata fu coperta da un rivestimento di piastrelle rosse unitamente ad un mosaico raffigurante l’Arcangelo S. Michele, patrono della città, e da un massiccio timpano.
In seguito ai danni subiti dal terremoto del 1980, fu redatto un progetto di restauro che ha consentito di riportare la facciata allo stato originario, con la scopritura del piccolo ed elaborato rosone al disotto del timpano, che era stato inavvedutamente coperto.
L’interno è impreziosito da stucchi dei primi del ‘900, ornanti sia il solaio della navata centrale sia l’arco trionfale, l’abside e gli archi laterali; pregevoli le statue lignee presenti sopra gli altari principale e laterali. I leoni e i sedili di pietra, che erano accanto al portale, rimossi e altrove disposti, sono andati dispersi o rubati.
Dalle notizie tramandate risulta che doveva esserci anche un notevole archivio cartaceo e pergamenaceo, che però è andato disperso quasi interamente, a parte pochi fasci di carte del ‘700, dell’800 e quelle recenti del ‘900. Scarne notizie si ricavano dai documenti dell’archivio parrocchiale e dalla tradizione storiografica locale. Da queste fonti, in massima parte tardo-ottocentesche, si evincono pochi dati circa la fondazione della Chiesa nella prima realtà del secolo XIV, la sua appartenenza all’Università di Sala ed alcune particolari vicissitudini storiche.
Si segnala il documento di seguito trascritto, rinvenuto nell’Archivio Parrocchiale della SS. Annunziata:
All’Eccellentissimo Ministro degli Affari Ecclesiastici
Eccellenza,
I sottoscritti Sacerdoti del Comune di Sala, Diocesi di Capaccio, in Provincia di Principato Citra, si fanno onore rassegnarle quanto segue.
La loro Patria oltre cinque Chiese Curate, Ricettizie, Patrimoniali, e numerate in forza dell’ultimo Piano, offre una sesta Chiesa priva di tali caratteristiche sotto il titolo della SS.ma Annunziata; la quale ha sofferto varie fasi, che i supplicanti senza tema di tediarla, esponendole alle sublimi di Lei vedute, si augurano ottenere quella giustizia che loro compete.
Nell’anno 1330 l’Università di Sala col permesso dell’Ordinario Diocesano D. Filippo Santomagno edificò fuori le mura detta Chiesa, ed assegnandole una dote giusta i Canoni, la dichiarò Iuspatronato della medesima.
Nell’anno poi 145l, la cennata Università donolla in ampia forma unitamente col Iuspatronato ad un certo Rainaldo di Crescenzo di Salerno, Vicario Generale dei Cruciferi, e tale donazione fu approvata, e confirmata dal Pontefice Nicolò V., il quale v’impartì l’assenso Apostolico, incaricandone per l’esecuzione il Vescovo limitrofo di Marsico.
Nel 1653 finalmente Innocenzo X con Bolla apposita, avendo suppresso i Conventi di tutti gli Ordini religiosi, che a cagione delle tenue rendite non poteansi mantenere con decoro, facultò i Vescovi di consacrare ad altri usi pii si fatte rendite. Tommaso Carafa allora Vescovo di Capaccio servendosi delle facoltà avute da Innocenzo assegnò alle cinque enunciate Chiese Curate, perché povere la rendita della SS.ma Annunziata con tutti gli annessi pesi. La cennata rendita ascendeva a docati 180, avendosi però riserbati docati 30 pel Seminario Diocesano. Il Sommo Pontefice sanzionò l’operato di Monsignor Carafa con decreto in data del 4 Aprile 1653.
Questa Chiesa con le rendite, e pesi nell’indicato modo aggregata alle cinque Parrocchie non cambiò natura sin al 1824, tempo in cui venne fuori il sempre lodevole Piano che sottomise a determinate titolazioni tutte le Chiese Ricettizie del Regno.
Ma chi creduto l’avrebbe? Tale Chiesa, che per lo spazio di anni 171 avea figurato come casa comune de’ cinque Cleri, e che questi in tal decorso di tempo ne aveano aumentate le rendite con compre, ed altri legati pii ottenuti, contro l’evidente dettato del cennato Piano, il quale sottomette le sole Chiese Ricettizie a numerati titoli si volle considerare anche questa inclusa nel ridetto Piano, mentre n’era esclusa, perché non ricettizia, come le altre, e le rendite della quale erano già state assegnate canonicamente alle surriferite cinque Parrocchie.
Il Vescovo Speranza ordinario della Diocesi nell’epoca del Piano, perché decrepito, e lontano, fu indotto in errore dal suo Vicario Generale, che trovavasi sopra luogo, il quale volle favorire alcuni Sacerdoti suoi parenti, e maliziosamente interpretando la Bolla Imprensa, nello Stato generale delle Chiese Ricettizie della Diocesi, che andavano soggette al Piano inserì anche questa della SS.ma Annunziata, e così da Chiesa Comune delle cinque Parocchie, la rese numerata di dieci titoli e non più.
Di questi dieci titoli, o partecipazioni ne’ provvedé soltanto otto, assegnandole ad otto Preti di una delle cinque Parocchie sotto il nome di S. Nicola, la quale perché sfornita di sufficiente rendita, non andrà colpita dal Piano. Ma ora che degli otto Preti addetti in tal modo al servizio esclusivo della più volte menzionata Chiesa, ne sono rimasti superstiti appena due, e questi settagenarii, ed in conseguenza inabili a poterne sodisfare le messe, ed altri pesi, ne vi è speranza di successori perché non ha figliani, e quindi non Chierici aspiranti.
Ma ora che la Chiesa di S. Nicola loro originaria Parocchia è rimasta priva del Parroco, e di altre braccia, e che vien servita nella cura da Preti estranei.
Si reclama quindi all’Eccellenza Sua acciò come Giudice competente dell’esposto si degni disporre, che i due Preti superstiti ritornino alla Parocchia loro vedova Madre, dove, ritroveranno un convenevole appannaggio, non che ordinare che la Chiesa in parola venga restituita alle cinque Parocchie, le quali saranno repristinate nei diritti, che fraudolentemente le furono tolte.
Tanto si augurano dalla incorrotta giustizia, e nota imparzialità.
Sala 26 luglio 1843
Antonio Paroco d’Alto
Paroco Matteo Cardinale
Arcangelo Michele De Optatis Economo Curato
Sacerdote ( … ) Nola
Domenico de Vito Economo
Sacerdote Francesco Paolo De Optatis
Angelo Paladino Economo
Sacerdote Angelantonio Santarsenio
Sacerdote Francesco Scutaro
Sacerdote Giuseppe Nola
Sacerdote Biagio De Rosa
Michele Paladino espone come dietro
Sacerdote Antonio Favata
Sacerdote Domemco Pappafico