La Società Operaia «Torquato Tasso» e i Monumenti all’On.le Domenico De Petrinis e ai Caduti per la Patria

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Datazione: 1886-1929 e 1920-1924
Note catastali: Foglio 46. allegato B, part. I

La Società Operaia «Torquato Tasso», fondata il 28 ottobre 1867, in un momento storico di grande instabilità economica e sociale, basò la sua attività fondamentalmente sul mutuo soccorso. Una emigrazione molto spinta e la diffusa ignoranza tra la popolazione avvilita spinsero la Società Operaia a creare occasioni di lavoro per ridurre l’impoverimento del territorio e ad intraprendere iniziative volte a migliorare il livello d’istruzione delle classi più povere.

La Società annoverò tra i suoi soci numerosi cittadini illuminati che avevano dato lustro alla Città e alla Patria; ebbe il merito di onorare in maniera degna alcuni di essi, erigendo in loro memoria due monumenti, uno dedicato al sindaco e deputato Domenico De Petrinis, presidente ad honorem della stessa società, e l’altro ai Caduti della Prima Guerra Mondiale.

L’On. De Petrinis fu uno dei più illustri figli della Città di Sala, eletto Sindaco nel 1877. Grazie al suo impegno Sala Consilina e l’intero Vallo di Diano riuscirono ad ottenere la realizzazione della ferrovia ed il collegamento alla rete ferroviaria nazionale ed ai centri del potere. Durante il suo mandato amministrativo Sala fu fornita di un moderno impianto di illuminazione pubblica, di una più adeguata sede per il Municipio, di istituti scolastici e di una rete viaria che consentiva una più agevole circolazione. All’indomani della sua morte prematura, avvenuta nel 1884 a soli 35 anni, si sentì subito l’esigenza di ricordarlo con un’opera importante. Sala doveva moltissimo al suo concittadino eletto deputato al parlamento italiano nel 1882, il quale non ebbe il tempo di concretizzare tutti i suoi progetti poiché la morte lo colpì a soli due anni dalla elezione. Nonostante tutto, egli aveva dato tanto per la propria città e per l’intero territorio. Venne quindi costituito, in seno alla locale Società Operaia, il Comitato Monumento De Petrinis che, nel 1885, durante la seduta del Consiglio Comunale del 28 ottobre, chiese al Municipio di concorrere sia economicamente, sia con la concessione di suolo pubblico, alla realizzazione del monumento. Nel successiva adunanza del Consiglio Comunale, il 27 dicembre, venne presentato il progetto ed approvato quasi all’unanimità (11 voti contro 13 per l’assenza di due consiglieri); durante la seduta venne anche concesso il suolo posto nell’angolo occidentale della piazza del Plebiscito (dal 1900 intitolata a Umberto I) per la sistemazione della statua.

La Società Operaia era riuscita a raccogliere la somma di 500 lire, grazie alle offerte di soci e di cittadini, ma nel 1886 già iniziavano le prime difficoltà per la sua sistemazione viste le limitate proporzioni dell’opera. Si riteneva infatti che la sua giusta collocazione fosse non una piazza, ma piuttosto quale sua sede si riteneva più adatto l’atrio del Palazzo Municipale. Pertanto, la Società Operaia fu invitata dal Consiglio Comunale riunitosi il 2 novembre di quell’anno a redigere un nuovo progetto per la sua collocazione.

Le operazioni proseguirono con alterne vicende e con numerosi intralci tanto che si potette procedere solo nel 1928 alla sistemazione del monumento. Una delle conseguenze di questo enorme ritardo fu che il costo della sua realizzazione passò dalle iniziali 500 lire alle 27.465 pagate all’artista.

Solo nel 1923, il Comitato, non appena si rese conto che era finalmente giunto il momento per concretizzare l’ormai vetusto progetto, con una lettera circolare indisse una pubblica sottoscrizione tra i soci della Società Operaia, ma rivolta anche al Comune, ai cittadini di Sala e agli emigrati e residenti a Buenos Aires e a New York. La sottoscrizione ebbe grande successo, come dimostra il lungo elenco di donatori pubblicato sul periodico Idea Fascista del 29 gennaio 1929 in occasione della solenne inaugurazione.

Più o meno negli stessi anni, all’indomani dell’orrore della Prima Guerra Mondiale, la città che aveva perso tanti figli per difendere la Patria, come accadeva in tante città d’Italia, volle ricordarli. Sorse così, nel 1920, il Comitato per il Monumento ai Caduti, nato in seno alla «Torquato Tasso» che aveva quali rappresentanti autorevoli di Sala i signori Mario Jannicelli, Ricciotti Parente, Edmondo Iannelli, Michele Garone. La realizzazione di questa nuova opera avvenne in tempi molto più brevi, rispetto ai quarant’anni trascorsi per vedere compiuto il monumento a De Petrinis. Nel 1922 venne richiesto e concesso dal Consiglio Comunale il suolo destinato ad accogliere l’opera, individuato nella Piazza Umberto I. Nel 1924 fu organizzata una nuova sottoscrizione popolare ed il Comune, con delibera del 21 dicembre 1927, contribuì con la somma di 1.000 lire alla costruzione del basamento e alla sistemazione della ringhiera che ancora oggi lo racchiude.

Entrambe le opere furono commissionate ad artisti di fama nazionale, in grado di rappresentare la gratitudine della città nei confronti sia dell’illustre cittadino che di quanti avevano sacrificato la loro vita per la difesa della Patria. La scelta cadde su due scultori che avevano già profuso la propria opera in temi analoghi, Torquato Tamagnini per il monumento ai Caduti e Mario Rutelli per il monumento a De Petrinis.

Torquato Tamagnini nacque a Perugia nel 1886. Autore di bronzetti di gusto liberty, divenne famoso per l’esecuzione di numerosi monumenti ai Caduti nel periodo seguente la Prima Guerra Mondiale. Nel monumento di Sala Consilina, molto simile a quello realizzato nel 1925 per la città di Carlentini, piccolo centro in provincia di Siracusa, volle raffigurare il soldato nel momento del trapasso: il fante, in piedi su un masso, inizia già ad irrigidirsi per la morte che sopravanza. Ma non è solo, viene accolto teneramente da una nike alata, avvolta in un manto sconvolto dal vento. L’atteggiamento tenero e consolante della figura femminile, smorza in parte la durezza dell’orrore della morte. Questa è forse una delle raffigurazioni più intense e pervase da un forte pathos presente nella produzione monumentale del Tamagnini, paragonabile, forse, ai bronzetti in cui si espresse con un fare molto più delicato ed intimo.

Nel 1953, durante il Consiglio Comunale tenutosi il 16 novembre, si stabilì di apporre sugli spioventi del Monumento i nomi dei cittadini salesi periti durante l’ultimo conflitto conclusosi nel 1945 e quelli dei Martiri Tridentini, ritenendo giusto ricordare non solo i caduti della Prima Guerra Mondiale, ma i caduti di tutte le guerre.

Mario Rutelli, autore del Monumento all’on. De Petrinis, nato a Palermo il 4 aprile 1859, fu rappresentante di quel movimento europeo denominato Realismo sorto alla metà dell’ottocento e i cui esiti sopravvissero fino al primo novecento. Il Realismo ebbe tra i massimi esponenti Auguste Rodin, scultore francese che, pur tra tante feroci critiche, rivoluzionò con il suo stile il modo di fare scultura. In Italia questo movimento fu contemporaneo a quello letterario della Scapigliatura ed ebbe tra i suoi massimi esponenti Vincenzo Vela, Giulio Monteverde, Giuseppe Grandi e Medardo Rosso. Gli artisti, con un più moderno e libero approccio alla materia intendevano comunicare concetti, piuttosto che rappresentare la realtà fisica. Dell’uomo venivano raffigurati tutti gli aspetti: la carnalità, la spiritualità, i difetti, i sentimenti, la forza fisica o morale, la potenza intellettuale. Attraverso allegorie si tentava di concretizzare gli ideali ritenuti alla base della società.

Artista di fama internazionale, il Rutelli nacque a Palermo nel 1859. Frequentò l’Accademia prima nella città natale, poi a Roma dove fu allievo di Giulio Monteverde, una delle figure più interessanti del movimento Verista, realizzando in Italia e all’estero numerosi monumenti e fontane. Per la sua Palermo lavorò tra l’altro alla Quadriga sul Teatro Politeama e al grande leone posto alla base del Monumento a Giuseppe Garibaldi nell’omonimo giardino. Realizzò numerose opere per la città di Roma, tra le quali il Monumento ad Anita Garibaldi sul Gianicolo, una delle Vittorie del Vittoriano, e le Naiadi per la grande Fontana di Piazza Esedra, sensuali ninfe in cui egli profuse anche il suo elegante gusto liberty.

Per il monumento commissionato dalla Città di Sala Consilina Mario Rutelli realizzò un busto in bronzo ed un bassorilievo da collocare sul piedistallo che lo completava. In quest’opera si discostò dalla sua vigorosa produzione, per eseguire un ritratto i cui i tratti essenziali appaiono quelli della serenità e della pacatezza. Il suo gusto più narrativo di sapore liberty che si rileva in tanti suoi lavori, si riscontra piuttosto nel bassorilievo raffigurante la Riconoscenza, tema scelto per interpretare il sentimento dei suoi committenti.

Il monumento, però, non ebbe vita facile. Infatti, per motivi di viabilità nel 1958 venne rimosso dalla sua sede originaria, smembrato nelle sue parti, collocato in un primo tempo nei pressi di via Mazzini, poi nei depositi del Comune. Ma Sala Consilina non aveva dimenticato il suo concittadino ed ancora una volta la Società Operaia «Torquato Tasso» si impegnò per restituire alla scultura una degna sistemazione. L’opera venne ricomposta nelle sue parti, fu realizzato il nuovo basamento e il 20 dicembre 1997, con una nuova commossa cerimonia, venne sistemata nella sua definitiva sede in Via Garibaldi.