Datazione: Primo quarto del secolo XVIII, su precedente impianto
Rifacimento: Secolo XIX
Note catastali: Foglio 22, part. 18
Poco discosto dal centro abitato, sulla cima della “Balzata”, si scorge il Santuario votato all’Arcange1o Michele, Patrono della Città che lo festeggia con solennità 1’8 maggio ed il 29 settembre, commemorando così l’evento miracoloso registratosi nel lontano 1715, allorché dall’effigie del Santo trasudarono goccioline di liquido prodigioso. Fu in quella eccezionale circostanza – compartecipi nell’esaltazione religiosa la folla dei devoti, autorità civili e clericali, uomini di provata fede e sapere – che si stabilì di costruire per il Santo più degna dimora, da fabbricarsi sulle tracce della preesistente cappella di montagna.
Numerose, inoltre, sono le testimonianze epigrafiche conservate nel Santuario che ricordano le fasi della sua costruzione, i nomi delle persone che ne furono protagoniste, le dediche di devozione e le numerose attenzioni che vi profusero i Vescovi di Capaccio.
« … su di uno solitario poggio fra’ monti dell’Appennino … sta eretto il divoto Tempio consegrato al Glorioso Principe S. Michele, dalla di cui immagine dipinta in un muro dell’altare fino dall’anno 1715 sovente sgorga il prodigioso liquore, maraviglioso in guarire ogni spezie d’infermità ». (C. Gatta, Memorie topografico-storiche della Provincia di Lucania, Napoli, 1732, p. 73).
«Ivi non è d’uopo debba il pellegrino figurarsi le grandezze di sontuosa Basilica, ove faccia pompa la superbia de’ marmi, delle pitture, e de’ gl’ori, ma una semplice fabbrica osservasi eretta su’ la durezza delle selci, composta di rozze pietre del monte».
«Ritrovandomi in tal anno 1715 al governo di questa città di Sala in qualità di Capoeletto, alla fama di un tale e tanto prodigio, feci subito convocare pubblico consiglio … onde furono immantinente creati, & eletti dal pubblico, due dell’ordine de primi Gentiluomini, per governo di detto Santuario ». (C. Gatta, La Lucania illustrata, Napoli, 1723, pp. 79-80; 90).
« La Chiesa è bella, grande e ricca di sacri arredi; è a tre navate ad archi, eseguiti con buoni disegni e magistero. Quattro pilastroni disposti in due file dividono le alte mura decorate ed ornate da putti a stucco. Mirasi eretto di prospetto un magnifico altare maggiore, di marmo, colla statuetta rilevata in bianco e trasportata dal Monte Gargano da contadini di Sala, che nei tempi andati lì si conducevano per la mietitura. Provveduto di balaustra e con sfondo a Cappella, dietro cui, sulla parete del muro dirimpetto, scorgesi dipinto a fresco antica effigie di S. Michele. Vi sono quattro Cappelline con i rispettivi altarini ed un organo fatto costruire dal Vescovo Raimondo. Angusta è la porta d’ingresso ad occidente ». (F. Rossi, Cronaca della città di Sala Consilina derivante dalle distrutte ed incenerite città di Consilino, Consilina Lucana e Marcelliana, Sala Consilina, 1900, p. 92-93).